ENRICO FERMI news
Le osservazioni del cosmo che abbiamo fatto fino ad ora ci suggeriscono che la nostra galassia è molto grande e che i pianeti su cui potrebbe nascere la vita non sembrano poi essere poi rarissimi.
Tuttavia non vediamo civiltà aliene, nonostante l’universo e la nostra galassia esistano da miliardi di anni e nonostante abbiamo un esempio lampante, quello della nostra civiltà, che ci mostra che è possibile raggiungere un livello tecnologico che permette di esplorare già il proprio sistema in poche centinaia di anni.
Questo è il cosiddetto “paradosso di Fermi”, un paradosso per il quale molti ricercatori si sono “sbizzarriti” per trovare risposte sempre più soddisfacenti, più interessanti o più realistiche.
La prima civiltà sradica le altre
Uno studio condotto dal ricercatore Alexander Berezin, pubblicato nel 2018 su arXiv, suggerisce che il paradosso potrebbe essere spiegato in questo modo: la prima civiltà intelligente che raggiunge la tecnologia relativa ai viaggi interstellari sradica tutta la “concorrenza” presente nella sua galassia per alimentare la sua espansione.
Come spiega il ricercatore, questa prima civiltà, capace di viaggiare tra le stelle e dunque, in tutta la galassia, eliminerebbe tutte le altre forme di vita che incontrerebbe sulla sua strada. D’altronde avrebbe un tempo enorme a disposizione (la Via Lattea, per esempio, ha un’età di più di 10 miliardi di anni).
Altre civiltà non si accorgerebbero neanche di essere annientate
Le altre civiltà semplicemente non si accorgerebbero non solo dell’esistenza di questa prima civiltà superiore ma neanche di venire distrutte. Il ricercatore fa un paragone: è un po’ come se una squadra di costruzione demolisce un immobile perché non conviene proteggerlo o curarlo o semplicemente perché si preferisce riutilizzare le risorse una volta demolito lo stesso edificio. Se all’interno dell’edificio c’è un formicaio, tutte le formiche verrebbero distrutte in maniera inconsapevole e non comprenderebbero neanche i motivi del loro annientamento.
Sonde von Neumann
Il ricercatore poi mette sul tavolo l’interessante argomento delle cosiddette “sonde von Neumann”. Un eventuale civiltà molto avanzata farebbe viaggiare tra i vari sistemi stellari, e dunque tra i pianeti, sonde con una propria intelligenza artificiale e non forme di vita biologiche.
Queste intelligenze artificiali vaganti acquisirebbero le materie di cui hanno bisogno per costruire altre sonde, e dunque per diffondersi sempre di più nella galassia, proprio dai pianeti che occuperebbero. L’intelligenza artificiale trasformerebbe, come spiega il ricercatore, ogni sistema stellare in un supercomputer e, per fare ciò, non c’è niente che una civiltà del nostro livello potrebbe fare per impedirglielo. L’intelligenza artificiale si accaparrerebbe tutte le risorse del sistema per raggiungere il suo scopo.
Siamo la prima civiltà intelligente e tecnologica?
Tuttavia il nostro pianeta è sostanzialmente ancora intatto. Ciò potrebbe suggerire, secondo i ricercatori, che siamo la prima civiltà intelligente della galassia e, se è così, probabilmente saremo anche l’ultima a scomparire.
Il ricercatore, infatti, fa notare che stiamo già attraversando la prima fase di esplorazione spaziale del nostro sistema con sonde create ad hoc. È quindi plausibile pensare che le nostre tecnologie miglioreranno sempre di più e che un giorno i nostri lontani discendenti possano poi creare le prime sonde von Neumann della Via Lattea.
Principio antropico da solo spiega nostro primato
Secondo i ricercatori c’è una differenza tra questa proposta e quella relativa alla Terra rara: nella proposta contenuta nel suo studio, spiega il ricercatore, è il principio antropico da solo a spiegare il primato della civiltà umana, senza che ci sia bisogno di altre ipotesi o teorie aggiuntive.
L’unico modo per scoprire la correttezza di questo approccio teorico, spiega il ricercatore, è solo quello di continuare ad esplorare l’universo andando alla ricerca di vita aliena.
fonte:
notiziescientifiche.it/paradosso-di-fermi-e-se-la-prima-civilta-capace-di-viaggi-interstellari-eliminasse-tutte-le-altre/