Le nuove frontiere
La “doppia pulsar”, scoperta nel 2003 da Marta Burgay dell’Inaf di Cagliari, è stata il banco di prova di uno studio volto a sondare i limiti della teoria della relatività generale di Einstein tramite una serie di rigorosi e inediti test scientifici.
Lo studio, che ha coinvolto sette radiotelescopi e un team di ricercatori da dieci Paesi del mondo compreso quello dell’Inaf in Sardegna, ha esaminato ben 16 anni di osservazioni della doppia pulsar confermando gli effetti relativistici previsti dalla teoria al 99,99%. Grazie a questo nuovo studio, alcuni degli effetti conseguenti la teoria di Einstein sono stati osservati per la prima volta in assoluto.
“Abbiamo studiato un sistema di stelle compatte, che è un laboratorio senza rivali per testare le teorie della gravità in presenza di campi gravitazionali forti”, spiega il coordinatore del team internazionale di ricerca, Michael Kramer del Max Planck Institute for Radio Astronomy (Mpifr) di Bonn, in Germania – Con nostra grande gioia, abbiamo potuto testare una pietra angolare della teoria di Einstein, l’energia emessa sotto forma di emissione di onde gravitazionali, con una precisione 25 volte migliore rispetto alla pulsar di Hulse e Taylor (che permise loro di vincere il premio Nobel nel 1993) e mille volte meglio di quanto fatto finora dai rivelatori di onde gravitazionali”.
“Questo lavoro mostra che, in natura, l’emissione di onde gravitazionali si comporta, almeno al 99,99%, come predetto dalla relatività generale”, spiega Andrea Possenti, primo ricercatore all’Inaf di Cagliari e anch’egli coautore dello studio. “L’osservazione futura di qualsiasi deviazione da tale teoria costituirebbe d’altro canto un passo avanti fondamentale verso una teoria unificata per tutta la fisica dell’Universo, una teoria cioè capace di combinare i fenomeni legati alla gravità con quelli legati alla fisica quantistica”.
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