Fu ritrovato 83 anni fa durante gli scavi archeologici effettuati a Pompei dal ricercatore Amedeo Maiuri.
Ora, per lo scheletro di un cavallo quasi bimillenario, parte un progetto di restauro e valorizzazione a cura del Parco archeologico.
Una volta restaurato e consolidato, grazie al rilievo laser scanner dello scheletro, sarà realizzato un modello in 3d per ipovedenti, in vista di un nuovo allestimento accessibile e inclusivo.
Lo scheletro dell’animale, un cavallo alto un metro e 34 centimetri al garrese, utilizzato per il trasporto delle merci per il traino, emerse in via dell’Abbondanza, in quella che fu identificata come una stalla.
Maiuri lasciò sul luogo del ritrovamento i reperti – secondo la pratica della musealizzazione diffusa – rimettendo in piedi il cavallo su una struttura in metallo, coperto da una tettoia. Ma, con il passare dei decenni, l’armatura metallica ha danneggiato lo scheletro anche con fenomeni di ossidazione che hanno intaccato il colore delle ossa.
Per tale motivo il Parco archeologico di Pompei ha intrapreso il suo restauro con il progetto di un nuovo allestimento che permetta di valorizzarlo. ”Si tratta di un intervento multidisciplinare, che vede all’opera i restauratori in primis e gli archeologi, costantemente affiancati in ogni fase degli interventi da un archeozoologo al fine di condurre un adeguato studio scientifico del cavallo, non affrontato all’epoca del Maiuri, che sarà in grado di fornire ulteriori e importanti informazioni sul tipo di animali che venivano utilizzati a Pompei e sulle loro caratteristiche” sottolinea il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel.
fonte:
(ANSA) – POMPEI, 29 DIC