Il pensiero del Nobel Parisi
Una teoria ‘folle’: nella conferenza Nobel trasmessa ieri online, Giorgio Parisi ha definito così la teoria che ha elaborato nel 1979 e che per la prima volta ha individuato le regolarità che permettono di studiare in un gran numero di sistemi complessi, e che oggi viene applicata nei campi più diversi, dalla fisica alla biologia, fino all’intelligenza artificiale.
Registrata da remoto a causa della pandemia, la conferenza è stata trasmessa questa mattina sul sito della Fondazione Nobel. Con la semplicità che lo contraddistingue, ma con un linguaggio a tratti decisamente tecnico imposto dalla circostanza, Parisi ha raccontato la storia delle ricerche sulla complessità come un percorso accidentato: la scommessa era trovare il modo di orientarsi in quello che i modelli fisici descrivevano come un “paesaggio corrugato”, fatto di monti e vallate profonde. La strada è nota oggi come ‘teoria di Parisi’, o ‘teoria degli equilibri multipli’, come il Nobel ha preferito chiamarla nella sua conferenza.
L’ha elaborata nel 1979, “dopo avere ripetuto i calcoli infinite volte”, ma solo dopo tre anni è diventato chiaro a Parisi anche il significato profondo che i suoi risultati avevano per la fisica. Si è visto poi che la sua teoria era un’autentica “cornucopia” di possibili applicazioni.
Solo a distanza di venti anni, “i matematici sono arrivati in soccorso”, dimostrando in modo definitivo che la teoria di Parisi era corretta. Ancora più numerose e diverse le applicazioni al di fuori della fisica: dalle reti neurali artificiali all’apprendimento, fino alla neurobiologia e all’informatica.
È stata una strada difficile, che Parisi ha percorso in compagnia di ben 317 colleghi, che ha ringraziato tutti nell’immagine che comprende tutti i loro nomi, le cui dimensioni corrispondono al numero di lavori scritti in collaborazione. Fra tutti, spicca il nome del fisico teorico Enzo Marinari, che con Parisi ha scritto più di cento lavori scientifici e che ha presentato la ricerca del Nobel nella cerimonia di consegna del Premio avvenuta il 6 dicembre nell’Università Sapienza di Roma.
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