di Marcello Cavicchioli
Innanzitutto, cosa hanno in comune un blog come questo e la “transizione energetica“? Partiamo con due definizioni:
Cos’è un blog? … questo è un “blog”! Il termine risale agli anni Novanta, al cosiddetto web 1.0, ed è una contrazione di “Web Log“, espressione che si riferiva in origine ai diari personali tenuti in Rete. Da cui il gioco di parole “We Blog”…. come dire “il web de’noantri”.
Cos’è la transizione energetica? In estrema sintesi è il passaggio dalla produzione di energia elettrica con fonti fossili come petrolio e carbone alla produzione con fonti rinnovabili come l’energia solare, ossia con fonti di produzione pulite e diffuse.
Entrambi i fenomeni sono in un certo senso una faccia della “terza ondata”. Questa “terza ondata” però non ha nulla a che fare con il Covid ma è ciò che il futurista Alvin Toffler aveva predetto 40 anni fa, nel 1980.
Toffler aveva diviso la storia dei mezzi di comunicazione in tre ondate: la prima – dal 3000 avanti Cristo a tutto il 1800 – con la scrittura e la stampa, la seconda – nel 1900 – con i mezzi di comunicazione di massa: radio, TV, cinema, telefono che permettendo la comunicazione in tempo reale hanno creato il “villaggio globale” ed infine la terza ondata – tra la fine e l’inizio del 2° millennio – con i self media (pc, tablet, internet, smartphone…) nella quale tutti possono cercare ma anche produrre informazioni.
La terza ondata vede nascere alcune figure: in particolare quella del “blogger”, chi fa o partecipa ad un blog, e quella del “prosumer”, una “parola macedonia” (coniata dallo stesso Toffler) che unisce il ruolo di consumatore a quello di produttore: come la prima figura è protagonista del fenomeno dei blog così la seconda figura è protagonista della transizione energetica.
Entrambe sono il prodotto di trasformazioni sociali, tecniche ed economiche.
Banalmente esistono i blogger perché esistono i pc, i tablet e gli smartphone, perché è diffuso il livello culturale che permette di usarli e perché sono disponibili a prezzi accessibili.
Nello stesso modo è emersa la figura del prosumer, perché le tecnologie che producono energia elettrica dal sole e dal vento sono ormai diventate sempre più efficienti, economiche (vedi https://ourworldindata.org/cheap-renewables-growth) e possono essere facilmente integrate nel nostro sistema elettrico. Insomma ognuno di noi avrà un ruolo sempre più attivo anche nel mondo dell’energia. Nelle prossime edizioni di questo blog parleremo dei molti aspetti della transizione energetica come le “comunità energetiche“, i servizi di flessibilità, la mobilità elettrica ossia di tutta una serie di nuove situazioni nelle quali le aziende ed i privati cittadini diventano sempre più attori del cambiamento.
Vi segnalo oggi un esempio piccolo ma importante, per ora rivolto solo al mondo delle aziende, e che riguarda un aspetto particolarmente rilevante per moltissime imprese: il prezzo dell’energia elettrica e del gas.
Finora in genere ci si affidava al proprio fornitore, sperando di risparmiare qualcosa e scegliendo tra prezzo fisso (ossia che non varia per un periodo più o meno lungo) e prezzo indicizzato cioè legato ad un indice che in genere non si sa mai bene quale sia e con quali dinamiche si modifichi.
Da pochissimi anni invece i principali fornitori propongono contratti nei quali è il cliente che decide il “suo” prezzo. Il meccanismo è semplice: si parte con un prezzo variabile e poi è il cliente stesso che sceglie via via di bloccare “porzioni” di prezzo quando ritiene che il mercato offra le condizioni migliori.
Molti li chiamano “contratti multiclick”, perchè in gergo le operazioni che si fanno per fissare il prezzo si chiamano “click”.
Sono moltissime le Aziende appartenenti a numerosi settori che hanno già scelto questa formula, il suo successo è dovuto al fatto che offre l’opportunità di non subire passivamente gli andamenti – spesso altalenanti – dei prezzi delle materie prime.
Per maggiori informazioni è possibile far riferimento al mio sito https://www.ingcavicchioli.it/contatti