Il Tao della fisica di F. Capra ha dagli anni 70 cambiato l’idea sulla fisica
Sebbene tutta calcoli e scientificità ha un cuore millenario
Ho già condiviso alcune risorse riguardo la connessione tra scienza e spiritualità, ad esempio questa sul potere della preghiera.
Ogni volta che riscopro certe letture rimango interdetto su come la ricerca scientifica, intrisa di mille conferme debba sempre più tener conto dell’anima di ognuno di noi.
Se desideri approfondire il tema questo è il primo libro da conoscere…
Ciao, sono Marco Venturi e dalla passione sull’uso efficace della mente e lo sviluppo personale ho creato un’attività e una comunità con migliaia d’iscritti.
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Dalla descrizione de “Il Tao della fisica“ si evince che:
“Esiste una sostanziale armonia tra lo spirito della saggezza orientale e le concezioni della scienza occidentale. Lo affermava nei primi anni settanta il fisico americano Fritjof Capra nel suo primo libro il Tao della Fisica.
Capra analizzò le teorie relativistiche e quantistiche della fisica di allora e ne dimostrò le analogie con le filosofie religiose orientali come: induismo, buddhismo mahayana, il pensiero cinese e soprattutto taoismo e zen….
Da Anima.tv l’intervista integrale a Mister Capra
Prefazione
Cinque anni fa ebbi una magnifica esperienza che mi avviò sulla strada che doveva condurmi a scrivere questo libro.
In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all’oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all’improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte a una gigantesca danza cosmica.
Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le rocce, l’acqua e l’aria che mi circondavano erano composte da molecole e da atomi in vibrazione, e che questi a loro volta erano costituiti da particelle che interagivano tra loro creando e distruggendo altre particelle.
Sapevo anche che l’atmosfera della Terra era continuamente bombardata da una pioggia di « raggi cosmici », particelle di alta energia sottoposte a urti molteplici quando penetrano nell’atmosfera.
Tutto questo mi era noto dalle mie ricerche nella fisica delle alte energie, ma fino a quel momento ne avevo avuto esperienza solo attraverso grafici, diagrammi e teorie matematiche.
Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita; « vidi » scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti;
« vidi »gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne « sentii » la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Siva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù.
Per lungo tempo avevo studiato la fisica teorica e per parecchi anni mi ero occupato di ricerca. Contemporaneamente, mi ero anche interessato molto del misticismo orientale e avevo cominciato a vederne le analogie con la fisica moderna.
Ero particolarmente attratto dagli aspetti sconcertanti dello Zen che mi ricordavano gli enigmi della meccanica quantistica.
Dapprima, tuttavia, il tentativo di metterli in relazione tra loro era stato un esercizio puramente intellettuale. Superare la frattura che c’è tra il pensiero razionale, analitico, e l’esperienza meditativa della verità mistica fu per me molto difficile, e lo è tuttora.
All’inizio sono stato aiutato sulla mia via dalle « piante del potere », che mi hanno mostrato come la mente possa fluire liberamente, come le intuizioni spirituali possano nascere spontaneamente, senza alcuno sforzo, emergendo dal profondo della coscienza.
Ricordo la prima di tali esperienze.
Verificandosi dopo anni di approfondite riflessioni analitiche, fu talmente travolgente che scoppiai in lacrime, mentre non diversamente da Castaneda annotavo le mie impressioni su un pezzo di carta.
In seguito provai l’esperienza della Danza di Siva.
Questa esperienza fu seguita da numerose altre, dello stesso tipo, le quali mi aiutarono a rendermi conto a poco a poco che dalla fisica moderna sta iniziando a emergere una visione coerente del mondo che si trova in armonia con la saggezza dell’antico Oriente.
Durante tutti questi anni ho preso numerosi appunti e ho scritto qualche articolo sulle corrispondenze che andavo scoprendo, finché decisi di riassumere le mie esperienze in questo libro.
Esso si rivolge al lettore genericamente interessato al misticismo orientale al quale non è strettamente richiesto che sappia qualcosa di fisica. Ho cercato di presentare i principali concetti e le principali teorie della fisica moderna senza servirmi della matematica e con un linguaggio non tecnico, sebbene a un profano qualche paragrafo potrà ancora sembrare difficile a una prima lettura.
Tutti i termini tecnici che non ho potuto fare a meno di introdurre sono definiti quando compaiono per la prima volta e sono elencati nell’indice analitico alla fine del libro.
Mi auguro anche di trovare tra i miei lettori molti fisici interessati agli aspetti filosofici della loro disciplina, i quali non siano ancora entrati in contatto con le filosofie religiose dell’Oriente.
Essi scopriranno che il misticismo orientale fornisce una struttura filosofica bella e coerente in cui possono trovare posto le nostre più avanzate teorie del mondo fisico.
Per quanto riguarda il contenuto di questo libro, il lettore può avere l’impressione di un certo squilibrio tra la presentazione del pensiero scientifico e quella del pensiero mistico. Procedendo nella lettura la sua comprensione della fisica dovrebbe aumentare costantemente, mentre può non verificarsi un analogo progresso nella comprensione del misticismo orientale.
Ciò sembra inevitabile, poiché il misticismo è soprattutto un’esperienza che non si può apprendere dai libri. Si sente di aver raggiunto una comprensione più profonda di una qualsiasi tradizione mistica solo quando ci si decide a lasciarsi coinvolgere attivamente in essa.
Tutto ciò che mi posso augurare è di generare la sensazione che questo coinvolgimento potrebbe essere di grande soddisfazione.
Durante la stesura, la mia comprensione del pensiero orientale si è grandemente approfondita.
Per questo ringrazio due uomini venuti dall’Oriente: sono profondamente grato a Phiroz Mehta per avermi aiutato a vedere numerosi aspetti del misticismo indiano e a Liu Hsiu Ch’i, mio maestro di T’ai Chi, per avermi iniziato al Taoismo contemporaneo.
E impossibile ricordare i nomi di tutti coloro i quali scienziati, artisti, studenti e amici – mi hanno aiutato a esprimere con chiarezza le mie idee attraverso stimolanti discussioni.
Sento tuttavia di dover ringraziare in modo particolare Graham Alexander, Jonathan Ashmore, Stratford Caldecott, Lyn Gambles, Sonia Newby, Ray Rivers, Joel Scherk, George Sudarshan e – ultimo, ma solo in ordine alfabetico – Ryan Thomas.
Sono infine grato alla signora Pauly Bauer-Ynnhof di Vienna per il suo generoso sostegno finanziario in un momento in cui ne avevo estremo bisogno.