venerdì, Novembre 22, 2024
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La responsabilità del medico in telemedicina

La telemedicina e la cura a distanza ai tempi del COVID e nel nostro futuro

Avv. Marco Giuri
Fondatore dello Studio Giuri Avvocati, Firenze
Docente della 24 Business School e presso Scuole di Specializzazioni e Master

Nell’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia di COVID-19 il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è stato chiamato a erogare servizi e garantire per quanto
possibile la continuità della cura e dell’assistenza a un elevata quota della popolazione obbligata in quarantena o in isolamento fiduciario.

Queste attività hanno dovuto essere realizzate in una situazione di carenza relativa di
risorse materiali e umane, avendo inoltre cura di osservare le norme anti-contagio per la maggiore tutela possibile sia degli assistiti sia del personale sanitario.
In tale contesto il ricorso a prestazioni sanitarie a distanza mediante strumenti tecnologici moderni di telecomunicazione ha rappresentato una modalità
assistenziale pienamente giustificata. La telemedicina costituisce un’opzione concreta, fattibile e sicura, per il controllo a domicilio sia dei pazienti affetti da COVID-19 o con sospetto di malattia sia di quelli con patologie croniche e in condizioni di fragilità che devono essere costantemente tenuti sotto adeguato controllo da parte dei medici. Nel realizzare servizi a distanza occorre tuttavia tenere presente le esigenze relazionali degli utenti con il sistema sanitario.

Infatti, l’isolamento al proprio domicilio rende particolarmente desiderabile poter contare su un servizio facilmente fruibile a distanza, potendo accedere in modo veloce al colloquio con i sanitari, secondo necessità.

L’approccio a un’assistenza in telemedicina deve tenere anche in considerazione la capacità dei pazienti di utilizzare correttamente le metodiche di comunicazione
e la disponibilità di un set tecnologico minimo atto a garantire la effettiva realizzabilità di una visita a distanza.

Oltre a ciò nell’ottica di garantire un monitoraggio concreto è necessario che il sistema sanitario locale doti i pazienti di alcuni strumenti digitali che consentano la
rilevazione di alcuni parametri fisiologici di fondamentale importanza. L’effettuazione di una visita a un paziente mediante telemedicina non esime il medico dalla
responsabilità del suo operato professionale.

In termini generali, per i sanitari agire in telemedicina significa assumersene la responsabilità professionale pienamente, anche della più piccola azione compiuta a
distanza. In concreto, fa parte della suddetta responsabilità la corretta gestione delle limitazioni dovute alla distanza fisica in modo da garantire la sicurezza e l’efficacia delle procedure mediche e assistenziali, nonché il rispetto delle norme sul
trattamento dei dati.

In tale quadro, anche ai fini della gestione del rischio clinico e della responsabilità sanitaria, il corretto atteggiamento professionale consiste nello scegliere le soluzioni operative che offrano le migliori garanzie di proporzionalità, appropriatezza, efficacia e sicurezza, nel rispetto dei diritti della persona.

In sintesi, non si tratta di scegliere le tecnologie, ma la combinazione di esse che
appaia la più appropriata possibile dal punto di vista medico-assistenziale nel singolo caso.

L’esteso ricorso alla telemedicina durante la pandemia di COVID-19 non si esaurirà con il venir meno dell’emergenza sanitaria, ma diventerà sempre più una costante nell’organizzazione sanitaria territoriale e ospedaliera, garantendo in modo ottimale il principio di prossimità dell’assistenza.

In quest’ottica è importante conoscere gli aspetti medico-legali di una modalità di
intervento medico sempre più diffusa.

Curare a distanza: telemedicina
• Situazioni di emergenza (Covid-19)
• Quota crescente di anziani e patologie croniche
• Innovazione tecnologica
• Molte iniziative di telemedicina in Italia – manca una normativa specifica

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