Ricordo un’esperienza di oltre 30 anni fa condotta con Paolo Monti: con una telecamera a raggi infrarossi si rilevava l’impronta termica del corpo umano e la si applicava alla misura delle sue emozioni, per esempio davanti ad un’opera d’arte.
Oggi quel tipo di misura che cercava di oggettivare sensazioni e risposte soggettive trova risposte più affidabili nell’intelligenza artificiale e relativi software.
Il principio è lo studio di miliardi di immagini e delle relative relazioni al fine di carpire il segreto che accende le emozioni della visione,il segreto dell’interazione uomo-immagine.
Il progetto di una start up genovese è partito dalle attuali conoscenze scientifiche del cervello, trasferendo la chiave di decodifica all ‘intelligenza artificiale.
L’immagine guardata viene scmposta da un algoritmo creando una sorta di impronta digitale; un’altra rete neirale indaga sui social digitali per individuare i gradimenti delle immagini; infine viene confrontata l’impronta l’delle immagini respinte con quella di quelle apprezzate.
Si riescono così ad individuare gli elementi di una foto che stimolano il nostro cervello.
Da qui alle applicazioni al mercato il passo é breve:si scopre come rendere un prodotto più appetibile al gran pubblico con una sua rappresentazione che tenga conto dei risultati degli studi di cui sopra.
Ne potrebbero essere influenzate l’e buy e l’e commerce intercettando i gusti di comunitá di utenti.
La moda,i servizi bancari,le piattaforme di video on demand sono campi suscettibili alle applicazioni di questa tecnologia.
Ci sará da difendersi dal rischio di uso per scopi illeciti: è vero che l’UE gia si sta attrezzando,ma il problema diviene etico.