Soluzioni che salvano la vita – aprile 2022
La pandemia covid19 che si è estesa su tutto il pianeta ha trovato drammaticamente come luogo di ‘’elezione’’ le RSA, all’interno delle quali centinaia di anziani, soggetti ad altre patologie legate all’età, sono stati colpiti in maniera pesante dal Covid producendo così un numero inaccettabile di vittime.
Le RSA devono essere luoghi all’interno dei quali la vita e la salute dell’anziano viene tutelata nel migliore dei modi, sia in termini di aspettativa che di qualità di vita.
E la telemedicina può essere uno strumento essenziale e vincente in tutto questo.
Sul sito di UNEBA – Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative Assistenza Sociale si legge:
Pertanto vale l’assunto che la telemedicina può essere fondamentale per il futuro del settore sociosanitario e può servire a portare l’assistenza sul territorio.
Questo perché “sempre più cure e prestazioni devono rendersi accessibili, anche al domicilio, integrabili, in maniera personalizzata e sostenibile”.
Sempre sul sito UNEBA si legge l’interessantissima affermazione:
“Dobbiamo pensare e progettare nuovi percorsi di cura che, accanto all’assistenza tradizionale, permettano l’integrazione degli strumenti di telemedicina. (…) . Grazie alla telemedicina, una persona anziana non autosufficiente residente in una RSA può evitare accessi in Pronto soccorso o ricoveri inappropriati, eliminando tutti i rischi e i costi che ne conseguono, ricevere visite specialistiche senza bisogno di trasferimenti, avere a portata di mano tutte le cure dei diversi professionisti, prevedendo un suo spostamento solo nei casi realmente necessari. Questa innovazione permetterebbe di investire gli sforzi e le risorse in maniera più appropriata, efficiente e di impatto sulla qualità e la sostenibilità dell’assistenza”.
Quindi, in sintesi, garantire:
- Monitoraggio h24 dell’anziano e del fragile
- Eliminare ricoveri e degenze ospedaliere non necessari
- Ottimizzazione del protocollo farmacologico
- Ottimizzare tempi e costi così da efficiente il sistema sanitario rendendolo pronto a rispondere ancor più alle esigenze di tutti.
I dati del Ministero della Salute, evidenziano ad esempio che gli anziani e i malati cronici, specie quelli ospitati nei reparti di lungo degenza (70% dei casi!!!!), sono tra i soggetti anche a rischio di malnutrizione.
Quindi appare evidente che possono andarsi a sommare tutta una serie di elementi fisico/patologici che agendo simultaneamente su persone fragili, può portare a complicanze e situazioni critiche. Del suddetto 70%, il 20% avviene nelle RSA.
Anche in questo caso la telemedicina è un potenziale elemento risolutore del problema. Infatti, con essa si può consentire ai sanitari di effettuare periodicamente screening nutrizionali da remoto e controlli dei pazienti attraverso video-visite: lo specialista può così accertarsi, ad esempio, della difficoltà di deglutizione o masticazione, delle intolleranze e delle esigenze nutritive particolari derivanti dalle malattie presenti.
I dati e le immagini possono essere facilmente trasmessi in banda larga, consentendo così di tenere sotto monitoraggio anche le persone ricoverate in strutture che non dispongono di un nutrizionista clinico.
Nuovamente si hanno vantaggi nella minor richiesta di trasferimenti in ospedale o al Pronto Soccorso e un uso più mirato dei farmaci e delle terapie.
Naturalmente la malnutrizione è uno degli ennupli potenziali fattori che influiscono e influenzano la salute di una persona anziana (con patologie o meno) presso un RSA, ma anche nella propria abitazione privata.
Molto importate, quindi da citare, è il caso di applicazione della TELEMEDICINA nella Residenza per anziani “Collegio Pergolesi” di Jesi, a beneficio dei suoi 70 ospiti e dei 9 medici che li seguono. Il progetto del Rotary Club di Jesi, primo in Italia a coinvolgere medici di famiglia, RSA e pazienti, è partito dalle criticità emerse con la pandemia, ma ha come obiettivo finale l’assistenza dei pazienti con patologie croniche.
Ideato dal presidente del Rotary Club di Jesi, il cardiochirurgo pediatrico Marco Pozzi, il progetto di telemedicina è coordinato dal dott. Guglielmo Cherubini. “Il sistema di controllo e monitoraggio dei pazienti a distanza sarà – come spiegato in una importante conferenza stampa – un valido strumento per garantire continuità medica assistenziale, ed inoltre un supporto per garantire il benessere psicologico del paziente, soprattutto in questo periodo di epidemia”.
Quanto sopra è un chiaro esempio di come il problema sia importante ed al centro dell’attenzione di molte realtà istituzionali e non solo.
Da una fonte ANSA a riguardo del progetto di cui sopra è possibile leggere:
‘’Destinata ai pazienti trattati a domicilio o in strutture private o pubbliche protette, con la telemedicina il medico può collegarsi a distanza e effettuare piccoli controlli (temperatura, saturazione), quindi inserisce i dati in un apposito programma; in caso di peggioramento, il sistema avverte se e quando far trasferire il paziente a rischio in strutture ospedaliere. “Mi sto dedicando alla telemedicina da 6-7 anni, all’ospedale regionale di Torrette e in due ospedali abruzzesi – ha dichiarato il cardiochirurgo Marco Pozzi -. Alla prima ondata Covid mi è parso chiaro che la telemedicina potesse diventare un’arma efficacissima per i medici di famiglia, che sono in prima linea e spesso sono ‘trascurati’ quando si tratta di fornire strumenti per gestire questa pandemia”. Al progetto del Rotary jesino hanno aderito circa 10 medici di famiglia, 80 alla proposta del Rotary di distretto nelle regioni Umbria, Molise, Abruzzo e Marche’’.
Il Covid19 nella sua drammaticità (soprattutto nelle RSA) ha consentito di mettere in evidenza come il paradigma dell’assistenza medica debba essere ripensato e riscritto:
- La salute del paziente (soprattutto se fragile) rimane centrale e prioritaria
- Persone sane possono presentare problemi di salute in contesti (viaggi, attività sportive, etc.) che anche in assenza di personale medico e strutture, e devono poter avere accesso ad uno screening in grado di valutare la gravità, o meno, del problema in essere
- Ottimizzare spostamenti, degenze, protocolli medici e terapici
- Servizio disponibile h24 e ovunque.
La fragilità sia di un anziano che del malato soggetto a patologie quali quelle in cui il soggetto riesce a gestire poco le sue azioni/comportamenti (malattie quali l’Alzheimer), sia che si trovi in casa che nelle RSA, richiede un monitoraggio (che già oggi è ovviamente attento e capillare) costante.
Bastano pochi minuti (se non secondi) in cui questo viene meno, per creare situazioni critiche. Questo si amplifica in strutture (le RSA ad esempio), dove la presenza simultanea di un numero significativo di ospiti può creare dei ‘’buchi’’ con cause di evidente gravità.
Quindi la TELEMEDICINA PUÒ ESSERE IL VOLANO con il quale dare una svolta a quanto sopra. Deve perciò diventare innanzitutto parte integrante dei nuovi modelli preventivi/curativi.
Da non dimenticare che l’evoluzione demografica del nostro Paese prosegue inesorabile verso un continuo invecchiamento della popolazione, e conseguente aumento della quota di anziani non autosufficienti che necessitano di assistenza.
E in tal senso va ricordato che:
a dicembre 2020 è stato pubblicato dal Ministero della Salute un primo importante documento che fornisce delle linee di indirizzo per l’erogazione di alcune prestazioni di telemedicina. Tra queste: la televisita, il teleconsulto medico, la teleassistenza da parte di professioni sanitarie e la telerefertazione. Il documento definisce le prestazioni sanitarie che potranno essere erogate a distanza, ne stabilisce le modalità di pagamento, prescrizione, prenotazione e rendicontazione e indica gli strumenti che devono avere a disposizione il personale sanitario e i pazienti per potersi avvalere di questi servizi. A tutti gli effetti, quindi, le prestazioni online saranno tariffate e quando previsto sottoposte a ticket.
Un passo veramente importante!
Uno dei concetti che stanno diventando assiomatici è:
applicare tecnologie per la teleassistenza e il telemonitoraggio in casa o in RSA di un anziano che inizia a non poter più condurre in maniera completamente autonoma la propria quotidianità….E PERTANTO GARANTENDO AD ESSO UNA ASSISTENZA ATTRAVERSO LA QUALE DARE PREVENZIONE E UNA SICUREZZA ANCHE PSICOLOGICA VERSO UNA QUOTIDIANITÀ CHE POSSA TORNARE AD ESSERE PRESSOCHÈ NORMALE
senza dimenticare:
fare quindi della telemedicina un’arma di promozione della salute, tutto questo con dei sistemi informativi che permettano la mappatura e la condivisione dei dati tra paziente e professionisti, favorendo l’integrazione delle competenze, una maggiore consapevolezza e stimolo per il paziente e per coloro che lavorano sia sul territorio che in ospedale, nonché una migliore qualità delle cure.
Questi concetti diventeranno certamente il cardine nello sviluppo della telemedicina anche in ottica di implementazione del PNRR.
SIMITECNO con i suoi prodotti si candida ad essere un player nazionale nel settore della TELEMEDICINA attraverso la capacità di fornite sistemi ‘’dimensionati’’ e ‘’customizzati’’ secondo le esigenze specifiche di ogni settore/contesto….sport, trasporti/viaggi, e in questo caso per l’assistenza completa degli anziani e dei fragili sia in casa che nelle RSA.
Sotto un esempio dei prodotti/servizi di TELEMEDICINA offerti da SIMITECNO.
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