ASTRONOMIA NEWS – 17 01 2022
“ALH 84001 è una delle rocce più studiate, se non la roccia più studiata che abbiamo”, ha detto Andrew Steele, astrobiologo e scienziato presso la Carnegie Institution for Science di Washington. Ha aggiunto poi che trovare qualcosa di nuovo nel meteorite che ha aperto le porte agli studi sul possibile contatto Terra-Marte riguardo all’origine della vita è qualcosa di assolutamente entusiasmante.
Il nome completo è Allan Hills 84001, un meteorite marziano trovato in Antartide nel 1984. Dalle ricostruzioni che siamo riusciti a fare negli anni si sarebbe staccato dal pianeta rosso a causa di un impatto avvenuto 17 milioni anni fa, per poi schiantarsi sulla Terra 13 mila anni fa.
Negli anni ’90 alcuni ricercatori videro quelli che sembravano batteri fossili. Da quel momento si cominciò a parlare di possibili tracce di vita aliena marziana arrivate sulla Terra. Ma la scoperta fu molto controversa e fu poi smentita. Un nuovo studio spiega invece che le molecole organiche possono sorgere anche per attività abiotica e non biologica (ad esempio attività vulcanica).
I risultati dello studio portano a un processo chiamato serpentinizzazione che si verifica quando le rocce vulcaniche ricche di ferro o magnesio interagiscono chimicamente con l’acqua circolante, cambiando la loro natura minerale e producendo idrogeno. L’altra interazione, chiamata carbonatazione, coinvolge le rocce che reagiscono con acqua leggermente acida contenente anidride carbonica disciolta per formare minerali carbonatici.
Certo, l’ipotesi di vita marziana sulla Terra sarebbe stata di grande impatto (infatti Dan Brown ci ha scritto due libri, partendo proprio da questo meteorite) però ci racconta anche come alcuni processi e meccanismi sono uguali in tanti pianeti a livello primordiale. E anche questo è un segno incoraggiante per quanto riguarda la creazione della vita nell’universo.
fonte:
ww.msn.com/it-it/notizie/tecnologiaescienza/c-è-una-novità-su-un-famoso-meteorite-marziano/ar-AASRgs2?ocid=msedgntp