news dal metamondo
Ci hanno annunciato che il metaverso è in arrivo ma le più grandi aziende che avranno un ruolo in questa “nuova Internet” dispongono, o disporranno a breve, delle capacità computazionali necessarie e in generale dell’hardware di cui ci sarà bisogno per mettere in piedi un’infrastruttura digitale del genere?
Raja Koduri, uno dei responsabili del team di elaborazione e di grafica accelerata di Intel (Computing Systems and Graphics Group), lascia intendere che di certo ci sarà bisogno di infrastrutture potentissime per mettere in piedi un vero metaverso, almeno quello che in questi giorni diverse persone ed esperti che hanno descritto, in primis Mark Zuckerberg.
Il metaverso descritto da Zuckerberg
Lo stesso Zuckerberg ha descritto il metaverso come un Internet ancora più coinvolgente, una sorta di mondo 3D in cui ogni utente diventerà un avatar il quale, riproducendolo la voce nonché i movimenti e i gesti della persona fisica, potrà interagire in tempo reale con altre persone dal salotto di casa.
Secondo Koduri un concetto di rete del genere avrà bisogno di un livello computazionale molto alto e di un’infrastruttura hardware/software che dovrà essere almeno 1000 volte più potente di quella di cui disponiamo oggi.
Ci sarà bisogno di petaFLOP di potenza computazionale, una potenza che dovrà essere disponibile in pochi 10 millisecondi per un uso in tempo reale come quello previsto dal metaverso.
Una “orchestra digitale” che richiederà risorse enormi
Gli smartphone o i computer di casa dovranno lavorare all’unisono con il cloud computing e quindi con i server delle aziende, una sorta di “orchestra” digitale che richiederà risorse enormi.
Secondo Koduri anche solo per realizzare digitalmente l’incontro di due persone in un ambiente virtuale che possa risultare un minimo realistico, bisognerà innanzitutto fare interagire in tempo reale due avatar che abbiano un aspetto realistico, figure digitali i quali anche la pelle dovrà essere dettagliata.
Dati da raccogliere, processare e diffondere su Internet
Si dovranno poi digitalizzare tante altre caratteristiche tra cui le funzionalità vocali e il movimento delle stesse persone in tempo reale, tutti dati che dovranno essere raccolti da un dispositivo, verosimilmente indossato dallo stesso utente, che dovrebbe utilizzare vari sensori.
Tutta questa enorme massa di dati, alla fine, dovrà essere trasferita, con una larghezza di banda molto alta e con una latenza bassissima, ai server del cloud computing e da qui dovranno essere poi processati e dunque propagati su Internet. E ciò dovrebbe avvenire per centinaia di milioni di utenti, verosimilmente connessi contemporaneamente, in pochi millisecondi.
Non può funzionare con gli odierni server del cloud computing
È chiaro che con i chip, anche quelli più potenti, sviluppati oggi per i server non c’è verso che una cosa del genere possa funzionare, almeno non con avatar e ambienti realistici. E questo senza parlare della larghezza di banda necessaria per un minimo di realismo in un ambiente digitale come quello del metaverso.
Qualcuno ci ha già provato ma ambienti digitali come quelli di Second Life, Roblox e simili sono molto lontani da quello che dovrebbe essere il vero metaverso, un mondo virtuale 3D persistente, ampio e realistico.
Intel dichiara comunque che ci sta lavorando
In ogni caso il comunicato stampa di Intel afferma che l’azienda sta lavorando seriamente proprio per questo scopo: alimentare il futuro metaverso con nuovi processori, in particolare grafici.
A tal proposito il comunicato parla anche di una “roadmap multigenerazionale” per nuove architetture di computing ad alte prestazioni che permetteranno di processare dati provenienti dal client e diretti verso il cloud con un’elaborazione zettascale, una cosa che potrebbe diventare realtà già nel corso dei prossimi cinque anni.
Zettascale computing
Lo zettascale computing si riferisce ai supercomputer che permettono prestazioni nell’ordine degli zettaflop. Uno zettaflop equivale a circa un sestilione di operazioni in virgola mobile al secondo. Secondo Wikipedia, un sistema zettaflop può generare più dati in virgola mobile in un secondo di quanti ne potevano generare tutti i mezzi digitali presenti sul nostro pianeta nel corso del primo trimestre del 2011.
Gli scienziati hanno previsto che il primo sistema zettascale realmente funzionante potrebbe essere assemblato già nel 2035 ma il nuovo comunicato di Intel suggerisce che l’azienda sta accelerando i tempi. Dal primo sistema così potente realmente funzionante, almeno ad un primo approccio sperimentale, ad un utilizzo su larga scala per creare un ambiente digitale realistico persistente e sempre disponibile su Internet come quello del metaverso potrebbero poi passare tanti altri anni.
Ci vorrà una nuova architettura hardware e software
Lo stesso comunicato, però, fa notare che ci sarà bisogno anche di algoritmi specializzati, una nuova architettura (a cui Intel sta già lavorando e che ha denominato Xe) e nuovi strumenti software nonché librerie di sviluppo aperte.
Quel che sembra certo è che il metaverso come quello che abbiamo immaginato a seguito degli annunci di Facebook arriverà lentamente con uno sviluppo che durerà decenni. Lo stesso Koduri, però, si rivela ottimista: “Crediamo che il sogno di fornire un petaflop di potenza di calcolo e un petabyte di dati di ogni essere umano sul pianeta entro un millisecondo sia alla nostra portata”.
fonte:
notiziescientifiche.it/metaverso-serviranno-potenza-computazionale-enorme-e-decenni-di-sviluppo/