martedì, Aprile 30, 2024
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Covid-19 test salivare molecolare

Test salivari, ecco quanto sono efficaci e come verranno usati nelle scuole
Il tema è all’ordine del giorno di una riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni che sono già all’opera

di Nicola Barone & Mario Brecciaroli

Pur in assenza di una presa di posizione formale da parte delle autorità sanitarie le Regioni portavano avanti in ordine sparso programmi per realizzare test nella scuola di tipo salivare. Già nei mesi scorsi la metodica è finita sotto la lente dell’Iss e ora il tema è all’ordine del giorno di una riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni nella quale verrà esaminato un piano ad hoc.

Dal Cts voci favorevoli all’impiego

Dal Comitato tecnico scientifico più voci si sono levate negli ultimi giorni in favore di un utilizzo in chiave di screening. Come quella di Sergio Abrignani per il quale i test salivari sono utili in situazioni dove in pochi minuti devi consentire ad un numero elevato di persone di entrare in classe, in aereo o treno ( «hanno una sensibilità ben limitata ma basta saperlo»). Mitigano un rischio che niente del resto può azzerare, secondo l’immunologo. Anche per Fabio Ciciliano, medico della Polizia e altro esponente del Cts, i vantaggi di un impiego dei test a scuola saranno rilevanti. Perché «sarà possibile, insieme ad analisi dei tamponi salivari sui ragazzi, eseguite a cadenze regolari, intercettare precocemente eventuali incrementi dei positivi o l’insorgenza di focolai per consentire alla autorità sanitarie di ridurre al minimo la chiusura di classi ed istituti»

Come funzionano

In pratica si tratta di indagare la presenza di tracce del virus direttamente dalla saliva. Come per i tamponi, sono possibili di due tipi e cioè molecolare e antigenico. Il primo individua il materiale genetico del virus (ovvero la presenza nel campione dell’RNA) grazie a una particolare analisi (Pcr) effettuabile solo in laboratorio. I test salivari antigenici invece danno un risultato nel giro di una decina di minuti rilevando le proteine di superficie di SARS-CoV-2 presenti nella saliva. In questo caso, essendo la precisione del test più bassa, la positività va confermata con un ulteriore esame.

I contesti di maggiore impiego

Qualche riserva era stata espressa prima dell’estate dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie in un documento di sintesi delle evidenze accumulate fino ad allora. Malgrado il tampone naso-faringeo rappresenti la migliore opzione per il test molecolare, lo stesso tipo di analisi sulla saliva è una valida alternativa quando la carica virale è alta. In particolare, stando alle conclusioni dell’Ecdc, l’analisi Pcr sulla saliva si può usare al posto del tampone naso-faringeo se fatta nei primi 5 giorni dalla comparsa dei sintomi, quando non è possibile fare un tampone naso-faringeo o su persone anziane o disabili, e nell’eventualità di screening ripetuti su persone asintomatiche.

Margini oscillanti di sensibilità

Anche se diversi studi indicano una minore sensibilità rispetto agli altri campioni respiratori per l’analisi molecolare, nel periodo di maggior carica virale il test sulla saliva è sufficientemente sensibile e affidabile per rilevare le persone infettive. Il tampone naso-faringeo ha lo svantaggio di essere difficile da eseguire in modalità fai-da-te, con il rischio di falsi negativi, mentre la raccolta della saliva è facile e non invasiva e offre la possibilità di fare test diffusi nei bambini. Al momento però , rilevava l’Ecdc, i dati sull’uso della saliva nella fascia pediatrica sono scarsi, e parlano di una sensibilità che oscilla tra il 53 e 73%, anche se si riferiscono a piccoli campioni. La saliva può essere usata come alternativa al tampone naso-faringeo nelle persone asintomatiche che devono farsi il test fai-da-te spesso per motivi di lavoro o altre ragioni, e anche se l’esame è leggermente meno sensibile del tampone naso-faringeo, il grande numero e la possibilità di ripeterlo aumenta la probabilità di rilevare le persone infette.

+ INFO: M.BRECCIAROLI@SIMITECNO.IT

Test salivare, ok del ministero: ecco come funziona e chi può farlo

Al via ai test salivari molecolari per la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2. Lo riferisce il ministero della Salute attraverso una circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza. La stessa cricolare prevede però alcune limitazioni «perché la sensibilità diminuisce dopo i primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi» e perché «il campione di saliva può essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione da Sars-CoV-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei». 

LA CIRCOLARE 

I test della saliva posso essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione da SARSCoV-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei, ma vanno utilizzati preferibilmente entro i primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Lo indica la circolare del ministero della Salute sul loro utilizzo che detta le indicazioni sulla raccolta dei campioni e sulla segnalazione dei casi. Il test viene indicato come utile per «screening ripetuti» per motivi professionali o di altro tipo, sugli anziani disabili e sui bambini in ambito scolastico. Alcuni studi hanno rilevato sensibilità comprese tra il 53 e il 73%.

La circolare, ribadendo che il test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo rappresenta il gold standard internazionale per la diagnosi di COVID-19 in termini di sensibilità e specificità, indica l’obbligo di tracciabilità di tutti i test, compresi quelli salivari, nei sistemi informativi regionali. Gli esiti dei test molecolari su campione salivare, anche se effettuati da laboratori, strutture e professionisti privati accreditati dalle Regioni, devono essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento.

TEST IDEALE PER I PIÙ PICCOLI

Finalmente il ministero della Salute ha dato il via libera all’uso dei tamponi salivari nelle scuole: un provvedimento che come Lega caldeggiavamo da mesi e che servirà a contenere i rischi per insegnanti, personale e studenti, migliorando sensibilmente la capacità di monitorare e tracciare la presenza del virus all’interno della comunità scolastica. Questo è lo spirito con cui deve muoversi un Governo di unità nazionale». Lo dichiara Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione. «I tamponi salivari – aggiunge – sono stati sperimentati con successo in diverse realtà del nostro Paese e la loro attendibilità è sensibilmente migliorata rispetto al passato. Si tratta di un test ideale soprattutto per i più piccoli, che potrebbero risentire dell’eccessiva invasività dei tamponi molecolari classici. L’autorizzazione del ministero della Sanità si è fatta un pò attendere, ma ora che è stata fatta chiarezza le scuole avranno modo di organizzarsi al meglio, anche in vista della partenza del nuovo anno scolastico a settembre». «Sotto questo profilo – conclude – risultano quanto mai opportuni i 150 milioni stanziati per i dispositivi di sicurezza nel decreto sostegni di marzo e i circa 500 che dovrebbero essere inseriti nel prossimo provvedimento».

COME FUNZIONA

«L’uso della saliva per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 prevede un metodo di raccolta non invasivo, tuttavia la corretta raccolta del campione salivare è un passaggio cruciale. I campioni di saliva possono essere eterogenei (saliva orale, saliva orofaringea posteriore) e le diverse tecniche e sedi di raccolta possono avere un impatto sulla sensibilità del metodo» si legge nella circolare. Inoltre i campioni di saliva possono essere mucosi e viscosi, determinando difficoltà di lavorazione con i metodi e le attrezzature automatizzate di estrazione dell’RNA o di estrazione/amplificazione esistenti.

Esistono test antigenici rapidi che sono stati validati negli Stati membri dell’UE sulla base di campioni alternativi, come saliva, espettorato e/o feci, ed è in discussione l’opportunità di includere anche questi test nell’elenco dei test antigenici rapidi concordato dall’HSC. Inoltre, la sensibilità diminuisce dopo i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi. Nel complesso, gli studi disponibili indicano una sensibilità diagnostica variabile dei test molecolari su campioni di saliva, in relazione alla tecnica di raccolta: una sensibilità maggiore è stata rilevata nella saliva orofaringea posteriore del primo mattino, mentre una sensibilità inferiore è stata osservata con la tecnica del «general spitting». (raccolta della saliva accumulata a livello del pavimento orale)

+ info: m.brecciaroli@simitecno.it

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